mercoledì 26 luglio 2017

CINQUE ANNI


Sono passati cinque anni dal mio primo scritto su questo blog, dopo cinque anni e più di 130 post ho pensato che poteva essere divertente una riflessione sull'utilità di scrivere. Tutto è iniziato un po' per gioco ma molto di più per lasciare traccia dei miei pensieri. Da cinque anni ho preso l'abitudine di scrivere quello che mi passa per la testa, oltre a dirlo ovviamente, in modo che le persone che mi conoscono abbiano anche la possibilità, se ne hanno la voglia, di verificare una certa coerenza di pensiero o meno. La politica mi appassiona da sempre, ho svolto anche ruoli importanti che sarebbe inutile elencarli in questa sede. Venendo in contatto con tantissime persone quello che mi ha sempre dato fastidio più di ogni altra cosa è stata la capacità di molte di loro di dire delle cose e dopo un po' di tempo dire esattamente il contrario. Oppure promettere di fare certe cose e poi non farle e magari fare esattamente l'opposto. Ultimamente i social media hanno reso più difficile questi atteggiamenti ma comunque continuano imperterriti. Dire che certe persone hanno la faccia come il culo ormai non fa nemmeno notizia. Ci stiamo abituando, purtroppo, ai continui voltafaccia di chi ci amministra e non si scompongono nemmeno davanti a video e scritti su Facebook che raccontano di quando dicevano e facevano l'opposto. Come se ci fosse una volontà precostituita di assuefare il cittadino all'assenza di un etica politica. In stati molto ma molto più civili di noi un politico si dimette per questioni che in Italia invece fanno curriculum. Ed è così che a Grado ci si ritrova che quelli che volevano abbassare le paghe agli altri  non se le sono abbassate. Quelli che lottavano contro il consumo del territorio una volta al potere hanno detto che se si fanno cose belle si può consumare, ma il bello poi chi lo decide? Quelli che gridavano basta cemento adesso hanno cambiato idea e il cemento non è più così cattivo se fai un piano in meno, come se con sei piani invece di otto un monolite di cemento diventasse un bosco di rose. Quelli che volevano togliere le porte al Comune per la trasparenza e ora è tutto secretato. Se da un lato posso capire, ma non giustificare, Sindaco, vicesindaco e qualche assessore che senza la paghetta non avrebbero di che vivere. Da un altro lato non riesco a capire i loro sostenitori e i consiglieri Damiano Marchesan e Sara Polo che da talebani del basta cemento si sono trasformati in yes man dovendosi rimangiare tutto quello che hanno detto e fatto e alzare la manina alla bisogna.
Detto ciò, continuerò a scrivere fino a quando sarà per me divertente e lo sarà anche per chi mi legge.
Nel ringraziare chi mi ha letto finora e mi leggerà in futuro dico una sola cosa: io sono quello che penso e quello che penso lo scrivo.

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